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giovedì 2 aprile 2020

“Giuseppe Conte? La brutta copia di Viktor Orban: ma almeno in Ungheria il popolo è sovrano e decide”



Contro il premier ungherese Viktor Orbán assistiamo a un variopinto scodinzolare di code di paglia. Un trionfo di tutti i colori dell’ ipocrisia e dell’ impostura. Per rendersene conto basta confrontare gli atti compiuti a Budapest con un certo articolo 1: «La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». La nostra, ovvio. Essa, quanto a capisaldi della democrazia, è ritenuta la più solida d’ Occidente.

Chiediamo: in che cosa Orbán ha cancellato la sovranità del suo popolo? Quali forme e limiti della Magna Charta magiara avrebbe negato? Esaminata la questione, osiamo dire: in nulla. Viktor Orbán è accusato di tirannide, e di aver posto l’ Ungheria fuori dal recinto delle democrazie, per aver ottenuto dal Parlamento, con il 72 per cento dei voti, e dopo quindici giorni di dibattito, «i pieni poteri per fronteggiare l’ emergenza del Covid-19». I periodi di eccezione o di emergenza sono statuiti in qualsiasi Paese.

Quando la storia suona a martello è bene che le decisioni siano rapide, e le leve in mano-cuore-testa di uno solo. Come insegnano i manuali di dottrina politica, «sovrano è chi decide sullo stato di eccezione» (Carl Schmitt). In Ungheria a decidere nome e modi dell’ eccezione è stato un popolo tramite Parlamento, che ha potere di revoca immediata.

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