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venerdì 23 aprile 2021

Trieste, sacerdote si porta a letto un giovane immigrato. Lui lo riprende, poi il ricatto: “Voglio 50mila euro”





Da Today – Avrebbe ricattato un sacerdote chiedendogli 50mila euro per non diffondere un video compromettente. L’autore dell’estorsione, un 22enne rumeno,

è stato arrestato
dai carabinieri al valico di Fernetti, in provincia di Trieste. I militari lo hanno fermato mentre stava tentando di rientrare in Italia dopo le festività pasquali trascorse in Romania. Il giovane era latitante da un mese. Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine avrebbe sedotto un parroco della provincia di Brescia, prima chiedendogli la carità, poi spogliandosi e facendosi toccare i genitali.


Ma quelle che sembravano attenzioni seduttive si sono rivelate un subdolo trucco per scucire denaro al sacerdote. Dopo aver filmato la scena il 22enne ha infatti iniziato a pretendere soldi in cambio del silenzio. Inizialmente, per evitare la diffusione di quelle immagini ai suoi parrocchiani, i cui contatti telefonici erano stati sottratti dalla rubrica del cellulare del prete, il ragazzo ha chiesto una somma spropositata: 50mila euro. Il parroco, per comprare il suo silenzio, gli ha offerto 14mila euro. Alla successiva richiesta di denaro, però, il sacerdote si è rivolto all’Autorità Giudiziaria per raccontare tutta la vicenda.

E così, dopo un mese di latitanza, una pattuglia del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Aurisina, ha rintracciato l’autore dell’estorsione. I militari hanno scoperto subito il passato criminale del ragazzo e lo hanno accompagnato in caserma. Lì è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Brescia. Il giovane è stato accompagnato presso il locale carcere al Coroneo. Ora spetterà all’Autorità Giudiziaria, che ha emesso il provvedimento restrittivo, fare definitivamente luce sulla vicenda.
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Momenti di follia a Vercelli: nigeriano armato di coltello semina ferisce passanti e poliziotti





Nel primo pomeriggio di oggi, 21 Aprile, gli operatori della Squadra Volante della Questura di Vercelli, hanno tratto in arresto uno straniero, irregolare sul territorio nazionale, per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate. In seguito ad una chiamata giunta al NUE, veniva segnalato un uomo in C.so Prestinari che, brandendo un coltello e proferendo frasi incomprensibili, procurava nei passati uno stato di paura e agitazione per la possibilità che lo stesso potesse rendersi autore di condotte violente.


Gli operatori della Squadra Volante, celermente giunti sul posto, riuscivano ad intercettare un uomo che corrispondeva alla descrizione fornita all’operatore 112. Il soggetto, avvicinato dal personale di Polizia, si presentava in forte stato di agitazione e alla vista dei poliziotti tentava di sottrarsi ai controlli. Con non poche difficoltà gli operatori riuscivano, tuttavia, a mettere in sicurezza l’uomo rinvenendo sullo stesso un coltello da cucina celato tra i pantaloni, per il quale è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per il reato di porto di armi ed oggetti atti ad offendere. Il personale medico del 118 allertato dagli operatori, dato il forte stato di agitazione in cui versava il fermato, è prontamente intervenuto per le cure del caso.

Dagli accertamenti effettuati l’uomo, di origini nigeriane, è risultato irregolare sul territorio dello Stato e già destinatario di un provvedimento di espulsione, oltre che gravato da diversi precedenti di polizia e notizie di reato per analoghi episodi e per violazione della normativa in tema di stupefacenti. Dopo le procedure di rito, su disposizione del Procuratore di turno, l’uomo veniva tradotto presso la locale Casa circondariale. Nel corso dell’intervento due operatori della Squadra Volante riportavano lesioni giudicate guaribili rispettivamente in 2 e 5 giorni.

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giovedì 22 aprile 2021

Sgarbi bombarda Draghi e Speranza: “Il coprifuoco? Roba da comunisti balordi e malati di mente”








“Coprifuoco è una parola da comunisti balordi”. Così Vittorio Sgarbi si è espresso nel corso del suo intervento alla Camera prima del voto sul Def. Il noto critico d’arte ha approfittato del tempo a sua disposizione per manifestare la sua più totale contrarietà nei confronti dell’estensione del coprifuoco almeno fino al primo giugno, tra l’altro senza neanche concedere la proroga dalle 22 alle 23 che era stata espressamente richiesta dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.


Già al termine del Consiglio dei ministri di ieri sera, Sgarbi era stato molto critico: “Il governo continua a provocare i cittadini – aveva scritto in un tweet – il coprifuoco alle 22 è una limitazione della libertà personale decisa da menti malate”. Intervenendo in un aula a Montecitorio, il noto critico d’arte è stato altrettanto duro: “Non so cosa sia un’Italia moderna e resiliente. Moderna non è per ragioni infrastrutturali, resiliente non so cosa voglia dire. Qualcuno ha inventato questa orrenda parola che viene ripetuta in modo idiota da persone che non usano la lingua italiana nell’anno di Dante”.

“Ci sono parole inconciliabili – ha continuato il deputato del gruppo Misto – non resiliente e moderno o altre putt***te create per violentare la lingua, ma la parola ripresa e la parola coprifuoco: ripresa è una parola che indica rinascere, coprifuoco è una parola da comunisti balordi”.

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giovedì 18 marzo 2021

“Italiani sempre più poveri. Rabbia sociale salita al 73% rischia di esplodere da un momento all’altro”





Di Adolfo Spezzaferro – Roma, 17 mar – Italiani più poveri, con il ceto medio falcidiato, e tensione sociale alle stelle: sono i danni più evidenti delle restrizioni imposte per contrastare la pandemia. A fotografare il Paese è il Rapporto Ipsos-Flair 2021, presentato oggi al Cnel-Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. “La danza immobile di un Paese al bivio” è il titolo dell’indagine, che non lascia dubbi su come stiamo messi

Ipsos: “Smottamento ceto medio, dal 40% pre-pandemia al 27% di oggi. Tensione sociale al 73%”


Quello che emerge è “lo smottamento del ceto medio, passato da quasi il 40% del pre-pandemia al 27% di oggi“. Ma anche “la crescita della tensione sociale, che cova sotto la cenere e che intanto è salita al 73% e potrebbe esplodere da un momento all’altro“. Altro dato che fa riflettere: le donne sono il vero (e non riconosciuto) sistema di welfare italiano (61% contro il 21%). Quali sono i sentimenti dominanti ai tempi della pandemia? La paura (28%) e l’attesa (33%), seguiti da altre due pulsioni negative come delusione (24%) e tristezza (22%). Attenzione, poi: la rabbia ribolle nel 13% delle persone. Mentre serenità, dinamismo e passione animano, ciascuna, soltanto il 5% dell’opinione pubblica. Emerge dunque un’emergenza sociale che va affrontata al pari di quelle sanitaria ed economica.

La presentazione al Cnel del Rapporto Ipsos-Flair 2021

I numeri del rapporto, basati su un campione di 1.000 persone rappresentativo della popolazione italiana per ogni quesito emergono dal Rapporto Ipsos-Flair 2021 presentato oggi dal presidente del Cnel Tiziano Treu, da Nando Pagnoncelli ed Enzo Risso, presidente e direttore scientifico Ipsos, e commentato da Vladimiro Giacché, responsabile Comunicazione, Studi e Marketing strategico Banca del Fucino; Linda Laura Sabbadini, editorialista di Repubblica e Marco Tarquinio, direttore di Avvenire.

Ipsos: “Non conosciamo ancora il reale impatto economico della pandemia”

“L’Italia è un Paese ambiguo sul da farsi, incompleto nella sua capacità di agire, avvolto, come in un eterno ossimoro, in una danza immobile, in cui i personaggi in scena lottano per le proprie maschere”, spiega Pagnoncelli. “Molti dei danni collaterali del Covid li cominciamo a intravvedere, ma non riusciamo ancora a pesarne fino in fondo la portata. Non sappiamo quando, se e come finirà la pandemia. Non sappiamo ancora il reale impatto economico, tantomeno quello di lungo periodo: quanti saranno i nuovi disoccupati, quanti professionisti commercianti, operatori turistici o piccoli imprenditori perderanno la propria impresa o attività”, sottolinea invece Risso.

Il direttore scientifico di Ipsos ammette che “non riusciamo a definire in tutte le sue sfaccettature, la dimensione dei danni arrecati al sapere, alla formazione delle future classi dirigenti, né riusciamo a quantificare gli effetti futuri sui comportamenti sociali, culturali e sui consumi“.

Treu: “Siamo obbligati a correre e recuperare il tempo perduto”

Per il presidente del Cnel Treu, “lo scenario delineato dal Rapporto Ipsos, che è emerso anche dai documenti presentati dal Cnel negli ultimi mesi al Parlamento e al governo, ci obbliga a correre e recuperare il tempo perduto. Milioni di imprenditori e lavoratori, soprattutto donne e giovani, aspettano risposte che tardano ad arrivare”. “Le prospettive di ripresa sociale e personale dalle ferite della pandemia sono più complesse dei processi di mera ricostruzione economica. E richiedono quindi misure altrettanto complesse di protezione e di promozione umana. Affinché la transizione epocale in atto sia effettivamente giusta e non si limiti a innovare nelle scelte della economia, ma sappia aiutare le persone a sostenere l’impatto delle novità economiche e tecnologiche e a beneficiarne”, aggiunge Treu.

La paura della recessione (57%) supera quella per il Covid (43%)

Anche perché l’Italia è al primo posto nel mondo per la paura di perdere il lavoro diffusa tra i cittadini (62%). Perché i soldi non bastano, complici la crisi e i ritardi nei sostegni (spesso insufficienti). Infatti il 37% degli italiani non è in grado di fare fronte a una spesa imprevista. “Non mi fido più di nessuno, né delle banche, né delle imprese né degli imprenditori. Tutti, quando possono, cercano di fregarmi” è la risposta data dal 64% del campione. Infine, la paura della recessione (57%) supera quella per il Covid (43%). L’escalation della crisi sociale è ormai alle porte.

Adolfo Spezzaferro

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mercoledì 17 marzo 2021

Sassari, 2 marocchini stuprano una 50enne: “Se racconti qualcosa mostriamo queste foto a tua figlia”. A processo

 




(ANSA) – SASSARI. A processo per il presunto stupro di una donna conosciuta sui social. Redouane El Hani e Mohamed Laaraj, entrambi marocchini di 33 anni, sono stati rinviati a giudizio questa mattina 16 marzo dal gup del Tribunale di Sassari, Giuseppe Grotteria, con l’accusa di violenza sessuale di gruppo. I due, difesi dall’avvocato Claudio Mastandrea, si professano innocenti e saranno giudicato con rito ordinario nel processo che si aprirà il 9 giugno prossimo.

Il gup ha accolto la tesi del pm Ermanno Cattaneo, secondo cui El Hani e Laaraj, dopo aver conosciuta su un social network una donna cinquantenne residente in provincia di Oristano, l’avrebbero poi incontrata in un casolare di Codrongianos e stuprata, immortalando sui cellulari la violenza.

Secondo le accuse mosse dal pubblico ministero, i due avrebbero minacciato la vittima di tacere: «se racconti qualcosa mostriamo queste foto a tua figlia». E la donna aveva taciuto. La vicenda però era venuta alla luce in seguito ad alcune intercettazioni telefoniche nell’ambito di un’inchiesta condotta dai carabinieri di Porto Torres su un presunto traffico di droga. Quindi erano partite le indagini sulla violenza sessuale, approdate ora in Tribunale.

A processo per il presunto stupro di una donna conosciuta sui social. Redouane El Hani e Mohamed Laaraj, entrambi marocchini di 33 anni, sono stati rinviati a giudizio questa mattina 16 marzo dal gup del Tribunale di Sassari, Giuseppe Grotteria, con l’accusa di violenza sessuale di gruppo. I due, difesi dall’avvocato Claudio Mastandrea, si professano innocenti e saranno giudicato con rito ordinario nel processo che si aprirà il 9 giugno prossimo.

Il gup ha accolto la tesi del pm Ermanno Cattaneo, secondo cui El Hani e Laaraj, dopo aver conosciuta su un social network una donna cinquantenne residente in provincia di Oristano, l’avrebbero poi incontrata in un casolare di Codrongianos e stuprata, immortalando sui cellulari la violenza.

Secondo le accuse mosse dal pubblico ministero, i due avrebbero minacciato la vittima di tacere: «se racconti qualcosa mostriamo queste foto a tua figlia». E la donna aveva taciuto. La vicenda però era venuta alla luce in seguito ad alcune intercettazioni telefoniche nell’ambito di un’inchiesta condotta dai carabinieri di Porto Torres su un presunto traffico di droga. Quindi erano partite le indagini sulla violenza sessuale, approdate ora in Tribunale.

Legge la notizia su La Nuova Sardegna

martedì 16 marzo 2021

Di Maio “regala” 12 tonnellate di aiuti alimentari al Sud Sudan. E migliaia di italiani in fila per mangiare (Video choc)





Roma, 15 mar. (Askanews) – È atterrato questo pomeriggio presso l’aeroporto di Juba, in Sud Sudan, un volo umanitario della Cooperazione italiana partito dalla Base di Pronto Intervento delle Nazioni Unite (UNHRD) di Brindisi con un carico di 12 tonnellate di beni umanitari, materiale di prima assistenza ed aiuti alimentari, forniti rispettivamente dalla Cooperazione italiana e da Organizzazioni della Società Civile. La spedizione, realizzata in collaborazione con la Federazione internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC), è destinata a rafforzare l’assistenza umanitaria a sostegno della popolazione sfollata a seguito delle inondazioni dello scorso anno e della popolazione locale afflitta dalla crisi sanitaria ed alimentare in atto nel Paese.

E intanto migliaia di italiani fanno la fila per un pasto caldo

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Vaccini, il “becchino” Speranza contro la sospensione di AstraZeneca: “Non si può cambiare marca”





Da Affari Italiani – Il governo, oltre alle tante emergenze in atto, in seguito allo scoppio della pandemia da Coronavirus, adesso deve fare i conti con l’ennesima grana. La sospensione del vaccino AstraZeneca, decisa dall’Ema, in seguito ai sospetti casi di morti subito dopo la somministrazione del siero anglo-svedese, ha spiazzato l’Italia. Solo 12 ore prima l’Aifa aveva fatto un comunicato in cui dichiarava il vaccino sicuro, escludendo ogni criticità. Poi la mossa della Germania di far sospendere le vaccinazioni con AstraZeneca ha causato un effetto a catena e l’Italia si è accodata. Ma questo ha creato ancora più “effetto panico” tra la gente, rendendo la situazione ancora più complicata.


Dopo la sospensiva decisa ieri dall’Aifa – si legge sulla Stampa – i «disertori» sono destinati ad aumentare. Per questo al ministero della Salute non intendono retrocedere di un millimetro dalla linea. “I vaccini non si scelgono, chi rifiuta quel tipo di antidoto si mette in coda alla fila”. La preoccupazione del governo va di pari passo con una certa irritazione. Mentre Speranza e il premier Mario Draghi si esponevano assicurando che il vaccino di Astra- Zeneca era sicuro, nessuno, in primo luogo l’Aifa, ha saputo captare e riferire che qualcosa stava accadendo. Il ministro tedesco ha chiamato subito Speranza, che si è consultato con i colleghi di Spagna e Francia, pronti ad allinearsi. A quel punto Speranza ha cercato Draghi e reso pubblica la decisione. La parola finale ora spetta all’Ema, che giovedì tirerà le somme sugli approfondimenti iniziati giorni fa sui cosiddetti «eventi avversi».

Vaccino: anche Svezia sospende AstraZeneca per precauzione

Anche la Svezia ha sospeso l’uso del vaccino anti-Covid di AstraZeneca come misura precauzionale, dopo che sono stati sollevati timori su possibili gravi effetti collaterali. Ieri Francia, Germania, Italia e Spagna avevano preso la stessa decisione.

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