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sabato 15 febbraio 2020

ARRESTATO OPERAIO TUNISINO: “SIAMO VENUTI PER SGOZZARVI”



Un giovane operaio edile di 24 anni, tunisinO, è stato arrestato nei giorni scorsi nel parmense con l’accusa di addestramento ad attività con finalità di terrorismo, islamico.

L’immigrato regolare e ‘integrato’ è stato trovato in possesso di 40 video con varie lezioni su come realizzare bombe, su tecniche di combattimento e di disarmo, su metodi per evitare la cattura o liberarsi dalle manette e persino per occultare i cadaveri degli uccisi.

Il 24enne e’ risultato anche inserito in un rete internazionale di gruppi jihadisti, legami su cui sono in corso ulteriori indagini. Si trova ora nel carcere di alta sicurezza di Parma. I magistrati hanno rilevato anche il «fondato pericolo di fuga in seguito a reiterati viaggi compiuti in Tunisia senza che siano emerse notizie riguardo ai suoi spostamenti».

Il giovane, con regolare soggiorno in Italia e residente nella provincia di Parma, è stato tenuto a lungo sotto controllo sui canali social da lui utilizzati, soprattutto Whatsapp e Facebook.

I documenti trovati a casa del 24enne di Parma mostravano inoltre «importanti elementi relativi al crescente processo di radicalizzazione del tunisino- spiegano ancora gli inquirenti- essendo stati rilevati evidenti segni di adesione ed esaltazione della jihad e del martirio di soggetti musulmani in omaggio ad Allah», come mostrato anche in alcuni video trovati nel telefono.

Dai contatti telefonici, infine, le analisi della Digos hanno fatto emergere «l’inserimento dell’indagato in una cerchia relazionale internazionale di soggetti appartenenti ad ambienti jihadisti». I contatti, mantenuti attraverso Telegram e Whatsapp in maniera non intercettabile, erano con utenti esteri in Tunisia, Algeria, Filippine, Yemen, Gran Bretagna, Stati Uniti e altri ancora, mostrando tra l’altro «sequenzialità e coincidenze significative in relazione ai dati dei file scaricati e memorizzati nel cellulare».

Secondo il giudice delle indagini preliminari che ha convalidato l’arresto, «sussistono gravi indizi di colpevolezza a carico del fermato», che ha «realizzato comportamenti univocamente finalizzati alla commissione delle condotte di terrorismo». Per il Gip, «deve essere valutata quale concreta, specifica e inequivocabile condotta dell’indagato tesa ad auto-addestrarsi per realizzare un programma terroristico proposto dalle molteplici strutture jihadiste affiliate all’Isis».

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