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lunedì 24 febbraio 2020

Alessandro Meluzzi: “Coronavirus? Colpa del governo. Scuole chiuse, frontiere aperte. È una follia”



Da Affari Italiani – Perché tutti questi casi in Italia di Coronavirus mentre negli altri Paesi europei sono pochissimi? Che cosa non ha funzionato? “Dopo l’assemblea del Pd Matteo Orfini ha dichiarato che occorre far riprendere massicciamente l’immigrazione dall’Africa e ieri a Bari Papa Francesco, che è anche il vescovo di Roma, ha dichiarato che il problema di oggi da combattere sono i sovranismi, simili a Hitler. Abbiamo una classe dirigente che è ancora oggi orientata a favorire l’immigrazione incontrollata, il tutto dopo una settimana di selfie nei ristoranti cinesi con nessuna misura adottata”.
Che cosa avrebbe dovuto fare l’Italia?
“E’ stato detto tante volte: mettere in quarantena chiunque arrivava dalla Cina – italiani, cinesi, svedesi, norvegesi… chiunque – e invece si è continuato ad agire come se il problema fosse il razzismo e non il Coronavirus. Chi semina vento raccoglie tempesta”. Mi scusi, ma secondo lei di chi è la colpa di quello che sta succedendo in Italia? “Semplice: è del governo. Le misure che ha adottato sono state e sono totalmente inadeguate.

Oggi abbiamo le scuole chiuse e i porti aperti, comportamento tipico di un Paese impazzito. Anche ieri, domenica, sono arrivate in Italia 150mila persone negli aeroporti totalmente fuori controllo. E’ come provare a svuotare il mare con un cucchiaio. Come si può cercare di arginare la situazione interna se non si controllano le frontiere esterne? D’altronde non si può fare perché altrimenti si bestemmierebbe contro l’accoglienza buonista e dilagante”.
Che cosa pensa delle misure interne prese in Italia?
“Anche queste sono schizofreniche. Il Paese è ridotto ormai a un fantasma, eppure non è un problema che l’esercito chiuda dieci comuni lombardi e poi le frontiere non si possono chiudere e nemmeno controllare. Non si capisce il senso di questa strategia, assurdo. L’Italia diventerà lo Stato al mondo con il maggior numero di contagi, visto che la Cina si è già blindata e la Corea del Sud sta espellendo tutti i cittadini cinesi.

Non ci resta che metterci nelle mani della Madonna di Loreto”. Secondo lei quanti casi ci saranno in Italia nel giro di tre mesi? “Saranno inevitabilmente centinaia di migliaia. Il Coronavirus è una malattia che non si sa da dove venga e come sia nata, probabilmente non lo sapremo mai. Ha un’elevata virulenza e un elevato tempo di incubazione con la possibilità di infettare gli altri pur essendo asintomatico. Non solo, sulle superfici rimane per nove giorni e quindi bisognerebbe continuamente disinfettare tutto. E nessuno parla dei contagi dai sistemi di areazione di aerei, treni, grandi magazzini etc…”.
Insomma, siamo messi male…
“Il virus non è letale al 100% come l’Ebola. Nella maggior parte dei casi i contagiati hanno una sindrome leggera, con pochi sintomi e simile a un raffreddore, di cui nemmeno ci si accorge e in molti casi forse è già in atto. Poi c’è un 20-25% di casi in cui si ha una sindrome respiratoria grave di broncopolmonite e, di questi, i più disastrati (2-3%) muoiono.

Per combattere il Coronavirus – come è successo ai cinesi guariti a Roma – servono posti in terapia intensiva e in rianimazione per i casi gravi, ma quando finiranno che cosa accadrà? Virologi russi con cui sono in contatto mi dicono che il Coronavirus è un missile a tre stadi: influenza, polmonite e il terzo sono neurotossine che portano a sincope immediata con conati, come abbiamo visto in Cina, e non sono fake news”.
Chiudiamo con un pizzico di ottimismo?
“Fatte queste premesse catastrofiche, dobbiamo capire che conviveremo con questo allarme per mesi, forse anni. E quindi bisogna continuare a vivere, l’economia e la produzione devono andare avanti. Non è facile, certo, ma se non lo facciamo moriremo prima di fame che di Coronavirus. Guai a soluzioni generalizzate come quella presa nel Basso Lodigiano per aree ampie come ad esempio Milano e Torino”.

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