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martedì 17 dicembre 2019

Genova, le chiedono il biglietto del treno: “profuga” nigeriana aggredisce il controllore a morsi, solo denunciata



Di Ilaria Paoletti – Genova, 16 dic – Una storia da vera e propria giungla urbana quella avvenuta a Genova, poco prima della stazione di piazza Principe, dove una donna nigeriana ha aggredito a morsi il controllore che le stava comminando una multa. Secondo quanto riporta Primo Canale, il tutto è avvenuto in primis perché la donna, una nigeriana di ventitré anni con la dimora presso il Centro di accoglienza di Ventimiglia, alla richiesta di mostrare il titolo di viaggio da parte del controllore Trenitalia non avrebbe avuto nessun biglietto da mostrare.

Non paga di ciò, quando il controllore ha richiesto alla donna di fornire i propri dati personali e di scendere dal treno, si è sentito opporre un netto rifiuto sfociato poi in una reazione violenta.
Preso a morsi
La nigeriana, infatti, ha morso l’avambraccio del dipendente Trenitalia e poi si è rifiutata di lasciare il convoglio. Non appena il treno è giunto nella fermata Principe è saluta a bordo una pattuglia della Polizia Ferroviaria. La donna nigeriana era ancora a bordo della carrozza dell’aggressione.

A questo punto la Polfer non ha pituto far altro che denunciare la cittadina nigeriana in stato di libertà per rifiuto di generalità e per lesioni aggravate a pubblico ufficiale. Purtroppo le quotidiane aggressioni ai capotreni e, in generale, ai dipendenti degli autotrasporti pubblici da parte di “risorse” prive di titoli di viaggio sono diventate una vera e propria emergenza in tutta Italia.

Già un anno fa i controllori di Trenitalia erano stati costretti per la loro stessa sicurezza a frequentare dei corsi di “formazione alla calma” per essere in grado di reagire alle continue provocazioni, cercando di non farle sfociare nella violenza.

“Una volta sembrava quasi di non lavorare, oggi invece siamo in trincea” dichiarò il controllore Giovanni Altobello, assunto dalle Ferrovie italiane quando aveva diciotto anni. Ma difendere questi lavoratori, evidentemente, manderebbe la sinistra in un pericoloso controcircuito.

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