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giovedì 20 settembre 2018

Di Maio "Le autostrade devono tornare ad essere statali subito"


Di Maio, chiede di rimuovere tutte le concessioni di Autostrade per l'Italia, una controllata di Atlantia, e nazionalizzare.

Le sue dichiarazioni arrivano in un momento in cui ci sono due indagini in corso, uno dalla procura di Genova e un altro da una commissione istituita dal Ministero delle Infrastrutture, cercando di chiarire le cause del crollo del 14 agosto Ponte Morandi, a Genova, il mantenimento di Autostrade gestito.

L'incidente ha causato 43 morti e il governo italiano accusa Autostrade di non aver effettuato i necessari controlli di manutenzione per assicurare la struttura, anche se le indagini non sono ancora state completate.

"Vogliamo revocare le concessioni ad Autostrade", ha detto Di Maio in un video pubblicato sui social network.

Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro ha dichiarato che il viadotto non può essere ricostruito da Autostrade, ma il concessionario deve dare i soldi per la ricostruzione.

Autostrade ha annunciato che mobiliterà un fondo di 500 milioni di euro per ricostruire il ponte in otto mesi e che consegnerà entro il 27 agosto gli aiuti finanziari alle famiglie colpite per un valore di 1,5 milioni di euro.

Il governo italiano, è diviso sulla possibilità di nazionalizzare la società, la controllata di Atlantia, o addirittura la gestione dell'intera rete stradale.

Autostrade gestisce attualmente 3.000 chilometri di rete stradale in Italia e ha uno staff di 7.100 dipendenti.

In passato è stato pubblica, fino a quando è stata privatizzata nel 1999 e rilevata dalla famiglia Benetton attraverso la società Edizione, che attualmente detiene il 30,25% del capitale di Atlantia, che ha acquistato dalla costruzione ACS il concessionaria spagnola Abertis.

Il ministro delle Infrastrutture italiano, Danilo Toninelli, ha ipotizzato che il governo recuperi la gestione delle strade.

Un'altra opzione suggerita è quella di nazionalizzare Autostrade in modo che possa tornare alle mani dello stato attraverso l'ingresso nella capitale del prestatore pubblico Caja de Depósitos y Loéstamos (CDP), che diventerebbe azionista di maggioranza.

"Sarebbe comodo perché i ricavi tornassero allo stato attraverso la riscossione dei pedaggi, che verrebbero utilizzati non per distribuire dividendi agli azionisti ma per rafforzare la qualità dei servizi", ha affermato Toninelli.

Ma questa ipotesi non è così semplice perché se l'Esecutivo italiano revoca la concessione ad Autostrade, valida fino al 2038, si troverebbe ad affrontare il pagamento di una sanzione che potrebbe ammontare a 20.000 milioni di euro.

L'idea divide il governo e il vice segretario e membro della Lega, Giancarlo Giorgetti, ha ammesso di non essere "molto convinto che la gestione dello stato sia più efficiente" di quella privata.

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