Cargando...

sabato 1 febbraio 2020

CORONAVIRUS: TUTTE LE GRANDI PANDEMIE SONO ARRIVATE DALLA CINA, LA CULLA DEI VIRUS

Il fatto di avere concentrato proprio in Cina il cuore della produzione mondiale, non può che rendere ancora più facile la diffusione di virus che lì hanno origine.

Tutte le maggiori pandemie degli ultimi secoli hanno avuto origine in Cina. Deve esserci qualcosa che rende quel Paese la culla ideale di virus e batteri. Il contatto promiscuo tra uomo e animale in mancanza di igiene adeguato, il consumo alimentare di ogni tipo di animale, è probabilmente il ‘segreto’ cinese di questo successo.

La peste nera del 1300, che decimò la popolazione europea, fu importata dalla Cina attraverso gli scambi commerciali.

E così fu per la cosiddetta spagnola, che nonostante il nome dovuto all si suppose di origine asiatica, fece decine di milioni di morti solo in Europa. Arrivò ad infettare circa 500 milioni di persone in tutto il mondo, provocando il decesso di 50-100 milioni (dal tre al cinque per cento della popolazione mondiale dell’epoca). Oggi, una pandemia simile farebbe oltre 200 milioni di morti. Molti di più, vista la maggiore interconnessione del mondo globalizzato attuale.

Nel 1957 tornò un nuovo sconvolgimento con la cosiddetta influenza Asiatica, un virus isolato per la prima volta in Cina. Fortunatamente venne creato velocemente un vaccino che permise di frenare la pandemia, ma nel frattempo erano morte due milioni di persone.

Dopo le varie forme di Aviaria, nel 2003 arriva la SARS, “Sindrome acuta respiratoria grave”, una forma di polmonite apparsa per la prima volta nella provincia del Guangdong in Cina, in un anno provocò la morte di 800 persone.

Molti cinesi, anche gli abitanti delle città, insistono sul fatto che pollame e uccelli selvatici come le anatre appena macellati siano più gustosi e salutari della carne refrigerata o congelata. Questo tipo di abitudine culinaria è uno dei motivi principali per cui la Cina è la culla ideale per i nuovi virus dell’influenza: in nessun altro posto al mondo, così tante persone hanno un contatto così stretto con così tanti uccelli. Abitudine che, tra l’altro, si portano dietro quando immigrano in altre nazioni: vedi i ristoranti cinesi.

Almeno due pandemie influenzali nel secolo scorso – nel 1957 e nel 1968 – hanno avuto origine in Cina e sono state innescate da virus aviari che si sono evoluti per diventare poi facilmente trasmissibili tra gli umani. Sebbene le autorità sanitarie cerchino di vietare questa pratica, ogni anno milioni di uccelli vivi sono ancora tenuti, venduti e macellati in mercati affollati. In uno studio pubblicato anni fa, alcuni ricercatori hanno concluso che questi mercati rappresentano la “fonte principale di trasmissione dell’H7N9 attraverso il contatto tra uomo e pollame e esposizioni ambientali legate all’aviaria”.

Le bancarelle dei mercati cinesi al pomeriggio, traboccano di prove grafiche del vivace commercio mattutino: carcasse di uccelli bolliti, fagotti insanguinati, ciuffi di piume, organi di pollame. Vasche aperte piene di una resina oleosa scura usata per rimuovere le piume. Le gabbie per il pollame coperte con pelli di conigli appena spellati.

Queste aree – spesso scarsamente ventilate, con più specie concentrate insieme – creano le condizioni ideali per la combinazione e diffusione di virus attraverso utensili condivisi o goccioline di sangue nell’aria e altre secrezioni. Ciò offre l’opportunità ai virus di diffondersi in aree strettamente affollate, consentendo l’amplificazione dei virus.

Questa volta, visto il panico del Partito Comunista cinese, siamo probabilmente in presenza di qualcosa di molto peggio della Sars. Per i motivi di cui sopra, ovvero i ‘precedenti’, tenderemmo ad escludere l’ipotesi che sia un virus fuggito da un laboratorio.

Nessun commento:

Posta un commento

Cargando...