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venerdì 5 ottobre 2018

Storace, due anni di reclusione



Roma - A conclusione della requisitoria del processo “Laziogate”, il pubblico ministero ha chiesto due anni di reclusione per l’allora presidente della regione Francesco Storace. Richieste inoltre condanne per altre sette persone. I reati ipotizzati per gli imputati sono accesso abusivo al sistema informatico del comune di Roma, falso, favoreggiamento, interferenza illecita nella vita privata altrui. Secondo l’accusa l’obiettivo dell’intromissione ai dati degli elettori era quello di far escludere la lista di Alessandra Mussolini dalle elezioni amministrative del 2005.

 L’accusa mossa a Storace è quella di essere stato l’istigatore dell’azione delittuosa, commessa da altri imputati.

Il commento di Storace, sulla richiesta del pm Francesco Ciardi, è stato severissimo. Ha sottolineato come, solo nelle ultime 24 ore, sono state chieste dai pubblici ministeri pene più lievi per delitti molto più efferati come la violenza sessuale, la detenzione di esplosivi, la rapina. Inoltre Storace ha affermato che il Pm non ha prodotto nemmeno uno straccio di prova nei sui confronti. Augura, infine, a Ciardi ed alla sua famiglia di non doversi trovare mai nei guai con la giustizia, potrebbe trovare qualcuno che lo accusa di reati mai commessi.

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