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giovedì 15 agosto 2019

Matteo Renzi terrorizzato dal voto degli italiani fa il gufo: “Istituzioni a rischio, se si va al voto è recessione”


Per Matteo Renzi sono almeno due le ragioni per non tornare al voto. Da un lato le “istituzioni a rischio” a causa della “deriva autoritaria” (cit. Giuliano Pisapia) che sarebbe innescata da una vittoria di Matteo Salvini. Dall’altro lo spettro della “recessione”, conseguenza dell'”innalzamento dell’Iva”. In un’intervista a Repubblica, Matteo Renzi allontana nuovamente il ritorno al voto.

Lo fa evocando i pericoli per l’economia italiana legati all’aumento dell’Imposta sul valore aggiunto destinato a scattare in caso di mancato disinnesco delle relative clausole di salvaguardia, che pesano per 23 milioni di euro. “Non mi interessa avere ragione, ma dare una prospettiva all’Italia. Puoi sopportare un insulto, ma non puoi sopportare una recessione causata dalla stupidità e dalla cialtroneria“, attacca Renzi, che definisce Salvini “capitan Fracassa”.

Ma andare al voto, per il Pd, vorrebbe dire soprattutto una cosa: andare all’opposizione. “Se il Pd va al 25% tutti diremo: che bel risultato. Ma il Pd al 25% significa opposizione“, avverte Renzi prima di fare un’analisi della situazione economica globale ed europea. “Usa e Cina litigano sui dazi. La locomotiva tedesca si è fermata, il pil della Germania è a -0,1%. I sovranisti miopi – sottolinea Renzi – grideranno: evviva! Un uomo delle istituzioni dice: qui rischiamo la recessione. La botta sui consumi di un’Iva al 25% non sono solo i 700 euro all’anno che rischia di perdere ogni famiglia, ma il sentimento di sfiducia che si creerà“. Poi l’ex segretario del Pd ribadisce: “Se si va a votare a ottobre, chiunque vinca, è recessione.

Una persona civile prima mette in sicurezza il Paese, che significa mettere in minoranza Salvini, poi va a votare“. Ma che tipo di governo sarebbe quello con i 5 Stelle? Tecnico o di legislatura? Renzi non ha dubbi: “Non ci possiamo permettere un governo dell’austerity e dei tecnici”, chiarisce Renzi prima di un ultimo attacco a Salvini: “Ha sbagliato mossa. Salvini è bravo con le dirette Facebook ma non ha capito che il Parlamento è una cosa seria e che questo Paese non è Twitter“, conclude l’ex premier che qualche ora prima, su Instagram, aveva rilanciato la sua raccolta firme per chiedere le dimissioni del ministro dell’Interno: “Siamo quasi a quota 40mila. Riprendiamo e arriviamo entro il 20 agosto almeno a 50mila firme.

Il Viminale ha bisogno di un professionista della sicurezza, non di un seminatore d’odio. Lasciamo Salvini in Spiaggia e diamo un vero Ministro dell’Interno all’Italia. Firma e fai firmare“.

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