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sabato 11 luglio 2020

“Basta con la Chiesa di sinistra che tradisce il Vangelo”: rivolta silenziosa dei cattolici contro le eresie di Bergoglio



Di Francesco Boezi – La base cattolica preferirebbe che la Chiesa cattolica evitasse di fossilizzarsi sulle tematiche economico-sociali. Il che non significa non occuparsi del “popolo”, bensì continuare a porre accenti, ma soprattutto sulle questioni di natura spirituale. Come se il resto, compresi i bisogni materiali, venisse da sé. Citando le parole che il cardinal Walter Brandmueller ha rilasciato a IlGiornale.it tre anni fa, si direbbe in sintesi che “la Chiesa tradisce il Vangelo se preferisce la politica a Dio”.

Quello è anche il pensiero di buona parte dei fedeli. “Chiesa” è un concetto che si presta male alle sintesi ed alle banalizzazioni: non tutti i consacrati, in questi ultimi anni, si sono appiattiti sul “progressismo”. Esistono emisferi ecclesiastici che hanno elevato un vero e proprio muro per contrastare l’avanzata del relativismo, che è un’anticamera del progressismo. Ma è l’atteggiamento diffuso a preoccupare: il fatto di andare incontro al mondo. La “Chiesa in uscita” – una delle indicazioni di papa Francesco – , viene percepita in contrasto con la “minoranza creativa”, che è invece un’espressione, una speranza, ratzingeriana. Due strategie differenti, per due esiti che possono a loro volta differire.

Per quanto le scelte, negli ultimi tempi, siano apparse coraggiose: la posizione della Conferenza episcopale italiana contro la proposta di legge Zan-Scalfarotto è cristallina. I vescovi italiani pensano che una legge contro l’omofobia non sia necessaria, in specie nel caso comporti “derive liberticide”. La base cattolica, in contemporanea con le leggi promosse dagli ultimi esecutivi, ha operato da pungolo, sanando il gap ed il silenzi per mezzo della piazza. Le istituzioni ecclesiastiche – anche del Vaticano – si sono fatte sentire meno rispetto a qualche decennio fa.

Dalla gestione dei fenomeni migratori, alla simpatia provata per le “sardine”, passando per il globalismo e l’ambientalismo alla Greta Thunberg: la Chiesa cattolica ha operato una manovra che l’ha portata verso sinistra. Non è lecito parlare di un “abbraccio”, mentre parrocchiani, associazioni laiche ma vicine agli ambienti ecclesiastici, e singoli cattolici sono soliti rifiutare queste “collateralità”. Qualcuno parla anche apertamente di un dovere: scardinare la presunta intesa tra le alte sfere del Vaticano ed il Partito Democratico (idem per il MoVimento 5 Stelle). Per quanto la Chiesa cattolica e le sue autorità non vengano quasi mai criticate in pubblico, poi, è facile constatare la presenza di un sentimento popolare che cerca di aggiustare il tiro.

Le parole puù dure contro la Zan-Scalfarotto, da parte ecclesiastica, sono state pronunciato dal cardinal Camillo Ruini e dall’arcivescovo Giampaolo Crepaldi. Il secondo, da Trieste, ha diramato una nota in cui prende una posizione tanto precisa quanto allarmata: “Desidero esprimere tutta la mia preoccupazione a riguardo del Disegno di Legge di contrasto all’omofobia e alla transfobia, fortemente criticato dalla CEI in maniera tempestiva e chiara, ma anche da altri tra cui conosciute femministe, perché si tratta di un’iniziativa legislativa che mette a rischio la libertà di espressione”. Ma sia Ruini sia Crepaldi vengono spesso associati alla “vecchia guardia”. Quella che si era ritagliata spazi importanti sotto il regno di Joseph Ratzinger e che ora fatica a dettare la linea, che è espressa da altri alti ecclesiastici. Questo vale sia per la bioetica sia per altri ambiti. La Zan-Scalfarotto non è casuale: è nata negli ambienti politici che reggono il governo giallorosso.

La base cattolica confida dunque in un maggior dialogo con le forze di centrodestra? In qualche modo sì. Soprattutto nella misura in cui una dialettica con Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia si riveli utile nella difesa di quelli che il cardinal Camillo Ruini usa definire “valori cattolici fondamentali”. Le piazze pro life di questi anni, a partire dal Family Day, non hanno sposato in pieno la causa dell’opposizione, almeno non in maniera organica, ma hanno sempre contrastato la linea dei governi progressisti. Perché quello percorso dal centrosinistra in bioetica, tranne che per i “cattolici adulti”, non può che essere un “pendio scivoloso”. Si può dire lo stesso degli alti consacrati? Crediamo che interrogare la base sia il modo per comprendere ed approfondire lo stato delle cose.
“La Chiesa non può essere di destra o di sinistra”
L’Ecclesia non è un partito, non ragiona da partito e non può essere indagata alla stregua di un partito. La Chiesa cattolica, però, entra spesso e volentieri nel dibattito che riguarda i temi del contemporaneo. L’avvocato Luca De Netto, una delle anime della base, chiarisce subito: “La Chiesa non può essere né di destra, né di sinistra, come non può sposare o peggio adeguarsi alle realtà mondane, perché, come insegna il catechismo, è nella storia, ma nello stesso tempo la trascende. La Chiesa è ad un tempo visibile e spirituale, società gerarchica e corpo mistico di Cristo. È una, formata di un elemento umano e di un elemento divino, e pertanto sarebbe assurdo ricondurla a logiche che riguardano un sistema dell’organizzazione della comunità umana, tra l’altro relativo, storico, altamente criticabile e sempre mutevole”. Però qualche problema esiste. Altrimenti De Netto non affermerebbe che “…semmai, possiamo registrare una sintonia, da parte di un certo clero e di organizzazioni legate al mondo “cattolico”, con le idee della cosiddetta sinistra, e ciò deriva da cause ben precise che passano dall’influenza di Hegel in certi teologi, dall’opera di Lemmaneis, Maritain e di Mounier, dal cedimento dei cattolici al liberalismo, dall’assurda idea di poter trovare intese con il marxismo o persino di “cristianizzarlo”, questione denunciata già nei decenni passati da molte intelligenze, tra cui Augusto Del Noce”.

Esiste insomma una parte di clero che non fa che guardare a sinistra, addirittura in chiave dottrinale. Quasi come se le istanze cavalcate dai progressisti e certi obiettivi culturali di alcune correnti ecclesiastiche coincidessero:“Ma questo tende a ridurre di fatto la presenza viva della Chiesa ad una qualsiasi organizzazione sociale, come se fosse una ONG. Con il risultato di allontanare i fedeli, i quali necessitano di risposte di natura in primis spirituale, mistiche, contemplative e morali”. L’avvocato De Netto fotografa meglio il quadro: “Quello che si avverte con sempre maggior reazione, a livello di base, non è tanto il flirt con quello che viene definito “progressismo”, quanto un vero e proprio rifiuto nei confronti della mondanizzazione, ossia del voler canalizzare in maniera quasi esclusiva il ruolo e la funzione della Chiesa verso la società politica, dando priorità a temi sociali, economici, sindacali, e di qualsiasi altro campo che non sia quello di natura trascendente e metafisico”

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