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lunedì 25 febbraio 2019

Minacce di morte, insulti, bombe e intimidazioni: la sinistra scatena la caccia contro Matteo Salvini


Da Il Giornale – Ci sono le scritte, gli auguri di morte, gli insulti su Facebook, i pupazzi col suo volto dati a fuoco, impiccati o gettati in acqua.

E ancora minacce, bombe, assalti ai gazebo. Il “clima d’odio” – che certa sinistra vede solo verso gli stranieri – esiste eccome. Ma nei confronti della Lega e di Salvini. Basterebbe mettersi seduti un attimo e scorrere le cronache per capirlo.

Ma siamo certi l’Onu non manderà ispettori per verificarlo. Proviamoci noi. Solo ieri a Modena è apparsa l’ennesima scritta contro il ministro dell’Interno: “Salvini muori male”, ha vergato qualche anarchico segnando la minaccia con il classico simbolo degli insurrezionalisti.

Solo poche ore prima, a Parma, su un muro qualcuno invitava a sparare al leghista e a “mirare bene”. Un ritornello già sentito. Di insulti e intimidazioni rivolte al leader della Lega se ne contano a decine. Solo due anni fa pubblicarono un fotomontaggio che lo ritraeva come Aldo Moro rapito dalle Brigate Rosse. Sempre a Parma, ma nel luglio scorso, lo stesso copione: “Non sparate a Salve, sparate a Salvini”.

Poi di casi simili se ne sono registrati a Cagliari, a Milano, un po’ in tutta Italia. Qualcuno è arrivato anche a inviargli una lettera intimidatoria, in cui lo informava che ci sono “3 albanesi puntati” su di lui e che presto verrà “giustiziato”. Domanda ai buonisti: contro chi è, quindi, che si abbatte l’odio in Italia? Vi siete mai messi lì a mettere in fila i fatti? O vi siete fermati alle ideologie? Il calderone di disprezzo e risentimento contro il Carroccio è colma fino all’orlo.

Forse è traboccata. Ma in molti avevano (e hanno) lo sguardo altrove. Provate a contare le bombe carte piazzate di fronte alle sedi della Lega o le vetrine imbrattate da buontemponi sinistri. Non ricordate? Nell’ottobre scorso gli anarchici piazzarono due esplosivi in tre giorni a Trento.

A gennaio di quest’anno, invece, un ordigno incendiario è stato lanciato contro la saracinesca leghista in Darsena a Milano. Pochi giorni prima un petardo esplose di fronte alla sede del Carroccio nel Salernitano. La lista è lunghissima: fermiamoci qui. Però metiamo in conto anche i tanti assalti ai gazebo leghisti, da Trento a Torino passando per Monza (solo per citarne alcuni). In Italia siam fatti così.

C’è chi (giustamente per carità, quelle frasi sono un orrore) si indigna per gli insulti rivolti a Emma Marrone sui social e via dicendo, ma dimentica di fare lo stesso l’Espresso ritwitta gli insulti diretti al ministro dell’Interno. Oppure non dice nulla quando vip e scrittori mettono in fila carrellate di insulti contro l’avversario politico. “Merda”, “Malavita”, “Fascista”, “scoreggia”: ne hanno dette di tutti i colori. Si sono pure inventati una nuova moda online: fare videoselfie col ministro per poi ricoprirlo di offese. Eppure nessuno s’indigna.

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