Di Agostino Corneli – Disposto il fermo amministrativo per Sea Watch 3. Come riporta AdnKronos, dopo un’ispezione dei militari della Guardia Costiera a bordo nella nave battente bandiera tedesca, sono state riscontrate “diverse irregolarità di natura tecnica e operativa tali da compromettere non solo la sicurezza dell’unità e dell’equipaggi ma anche delle persone che sono state e che potrebbero essere recuperate a bordo”.
Oltre a questo norme di sicurezza, secondo quanto riportato dai militari sarebbero state riscontrate anche delle importanti “violazioni alle normative a tutela dell’ambiente marino”.
Tanto è bastato per gli uomini della Guardia Costiera per dichiarare lo stato di “fermo amministrativo” per la nave ormeggiata a Porto Empedocle, e che nei giorni scorsi è salita agli onori della cronaca per aver attraccato nel porto siciliano dopo il periodo di quarantena dei migranti sulla Moby Zaza. Sono stati 211 i migranti fatto approdare in Italia dalla Sea Watch 3: tutti soccorsi vicino alla costa libica.
Secondo le note della Guardia costiera, il fermo “permarrà fino alla rettifica delle irregolarità rilevate in sede ispettiva e, per alcune di esse, sarà necessario l’intervento dello Stato di bandiera che detiene la responsabilità della conformità della nave rispetto alle Convenzioni internazionali e alla legislazione nazionale applicabile”. Quindi dovrà essere la Germania a rispondere delle violazioni della nave Sea Watch per quanto riguarda le leggi che regolano il traffico marittimo.
Ong sottoposte a fermoNon è la prima volta che le navi delle Ong vengono sottoposte a fermo amministrativo. A maggio era stata la volta della Aita Mari e della Alan Kurdi, con la reazione rabbiosa da parte delle organizzazioni non governative, che avevano gridato allo scandalo per quello che gli operatori delle navi ritenevano “una pura molestia per fermare gli sforzi di salvataggio in mare di civili”. Frasi che però non tenevano conto delle irregolarità riscontrate a bordo delle navi. Irregolarità che, questa volta, sono state invece ritrovate a bordo della Sea Watch. Irregolarità rinvenute anche nel 2019 (ben 32) che obbligarono la nave a rimanere ferma nel porto di Catania.
I controlli della Guardia CostieraI controlli della Guardia costiera sono ovviamente di routine. I militari italiani intervengono sempre in caso di navi battenti bandiera straniera per verificare la regolarità della posizione delle imbarcazioni e dal momento che questi mazzi vengono usati come veri e propri taxi del mare per trasportare uomini e donne recuperati in mare, è chiaro che il profilo della sicurezza sia particolarmente importante. Ma evidentemente il rispetto delle regole non è propriamente in cima all’agenda delle ong che si occupano di questo tipo di missioni. La loro idoneità è stata riscontrata diverse volte, ma queste navi continuano imperterrite nel loro lavoro di trasporto di centinaia di uomini da una parte all’altra del Mediterraneo, nonostante questo significhi – come dimostrato anche dalla Guardia costiera – mettere a rischio anche l’incolumità delle persone salvate, oltre che quelle dell’equipaggio.
Nessun commento:
Posta un commento