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mercoledì 23 ottobre 2019
RETATA DI POLITICI BUONISTI: FESTE, VILLE E BMW COI SOLDI DELL’ACCOGLIENZA IMMIGRATI
Piccoli Lucano crescono. Diciotto misure cautelari, 25 indagati a vario titolo e sequestri di beni mobili e immobili per oltre 3 milioni di euro.
Anche il sindaco di Sant’Agapito Giuseppe Di Pilla e il 63enne Salvatore Maddonni, tecnico comunale. 18 in tutto le misure cautelari (non in carcere) che hanno colpito personaggi di spicco quali amministratori, imprenditori e politici di tre regioni (Lazio, Campania e Molise). E’ il risultato dell’operazione contro il business dell’accoglienza denominata “Welcome to Italy“.
Sin dalle prime luci dell’alba, gli uomini della Questura e del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Frosinone stanno eseguendo, su disposizione del G.I.P. presso il Tribunale di Cassino, Domenico di Croce, ordinanze di applicazione di misure cautelari personali e reali in tre diverse regioni (Lazio, Campania e Molise) e cinque province (Frosinone, Latina, Rieti, Caserta ed Isernia), nei confronti di appartenenti a due sodalizi criminali attivi nel settore dell’accoglienza ai migranti.
È stato riscontrato che, nel tempo, il sistema di rendicontazione dei costi comprendeva anche spese che con gli immigrati non avevano nulla a che fare, come nel caso di quelle sostenute per l’organizzazione della festa per il diciottesimo compleanno del figlio di un responsabile e confluite nella contabilità del servizio S.P.R.A.R. quale costo sostenuto per la realizzazione di una manifestazione finalizzata all’integrazione dei migranti ospiti. Sempre a carico del servizio S.P.R.A.R. sono state poste anche delle spese di ristrutturazione della villa, con annesso campo da tennis, di proprietà di un responsabile della cooperativa coinvolta.
Per quanto concerne il servizio di affidamento dei servizi da parte di alcuni Comuni siti nelle province di Isernia, Caserta e Frosinone, è stato rilevato che questo avveniva senza alcuna procedura ad evidenza pubblica ed emergeva, altresì, che il sindaco di un comune coinvolto era riuscito ad ottenere quale “compenso” l’assunzione di familiari e conoscenti, pretendendo, in alcune circostanze, anche un aumento di stipendio per una persona di suo interesse.
Le indagini svolte, hanno permesso di appurare che le cooperative erano giunte a una sorta di patto “di non concorrenza” con il quale si erano spartite il territorio ove operavano. Illuminante in tal caso è la circostanza in cui, innanzi al tentativo di “infiltrazione” da parte di un’altra cooperativa, veniva rilevato l’intervento del sindaco che, con minacce più o meno velate, costringeva la proprietaria dell’immobile che doveva essere adibito a residenza degli immigrati a rescindere il contratto di locazione già stipulato e registrato.
Nel corso delle indagini venivano accertati casi di pagamento di rette per migranti non più presenti sul territorio italiano e il subappalto di vitto e alloggio a un centro fatiscente ad un prezzo risultato essere inferiore a 1/3 di quello versato dalla Prefettura, ottenendo in tal modo un indebito guadagno. Nell’ambito delle perquisizioni veniva rilevato lo stato dei luoghi altamente fatiscente con ambienti sporchi e blatte all’interno delle cucine, ma la mala gestione di questi centri di accoglienza aveva invece consentito ai responsabili di questi, di utilizzare automobili di lusso, quali due SUV della BMW modello X1 e X3, acquistati in leasing dalla cooperativa stessa.
All’esito delle indagini di polizia giudiziaria, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cassino, su richiesta del Sostituto Procuratore Dott. Alfredo Mattei, ha emesso un’ordinanza di applicazione di 18 misure cautelari personali, di cui 11 relative all’obbligo di presentazione alla P.G. e 7 relative al divieto di esercitare attività imprenditoriali, disponendo altresì il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta e per equivalente di beni per un importo pari a circa € 3.000.000.
La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza – integrandosi ciascuno nelle rispettive competenze – con questa operazione hanno svolto un’attività che si inserisce in un più ampio quadro di contrasto alle condotte corruttive dei pubblici dipendenti, allo spreco di denaro pubblico ed alla tutela del bilancio dello Stato e degli Enti Locali.
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