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domenica 11 agosto 2019

Renzi vuole tornare al potere con un governo abusivo: “Votare adesso è folle. Serve un governo istituzionale”


Matteo Renzi strizza l’occhio al Movimento 5 Stelle. Intervistato dal Corriere della Sera, il senatore del Partito democratico si è così espresso sulla concreta possibilità di tornare a breve al voto: “Andremo in Senato e ci confronteremo. E qui è in gioco l’Italia, non le correnti dei partiti. Chiederò di parlare e dirò che votare subito è folle”. Il dem ha detto che la priorità è quella di “evitare l’aumento dell’Iva.

Vanno trovati 23 miliardi di euro. Se votiamo subito l’Iva va dal 22 al 25%? Prima togliamo le clausole e poi si vota”. Le sue parole fanno eco a quelle di Beppe Grillo, che nella giornata di ieri si è sostanzialmente schierato contro il ritorno imminente alle urne. L’ex premier ha poi aggiunto: “Salvini deve lasciare il Viminale, Conte deve lasciare Palazzo Chigi.

Si voti con un governo di garanzia elettorale, non con questo“. Per quanto riguarda invece la riforma del taglio dei parlamentari “la considero incompleta e demagogica. La nostra riforma modificava il bicameralismo, garantiva efficienza, assicurava stabilità. Tuttavia i cittadini hanno deciso, noi abbiamo perso e io mi inchino davanti alla democrazia. Oggi la cosa è semplice: i 5 Stelle hanno scommesso molto su questa riforma. A me non piace.

Ma devo ammettere che hanno ragione loro quando dicono che sarebbe un assurdo fermarsi adesso, a un passo dal traguardo. Si voti in Aula in quarta lettura e si vada al referendum: siano gli italiani a decidere”. Renzi ha poi rivolto un appello a tutte le forze politiche in campo: “Ci vuole un governo istituzionale che permetta agli italiani di votare il referendum sulla riduzione dei parlamentari, che eviti l’aumento dell’Iva, che gestisca le elezioni senza strumentalizzazioni.

Penso che quando Mattarella inizierà le consultazioni una parte dei parlamentari dovrà aver già espresso la propria adesione a questo disegno. Così il presidente potrà valutare l’eventuale incarico a un premier autorevole. A lui toccheranno le scelte: noi dobbiamo consegnargli una ipotesi concreta“.

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