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lunedì 12 agosto 2019

La Ong di Luca Casarini torna a sfidare Salvini: “Siamo pronti a saltare nonostante le multe”


Mediterranea lancia nuovamente la sfida al Viminale. L’ong dei centri sociali, si prepara a tornare in mare per nuove missioni in quel tratto di mare che separa la Libia dall’Italia. Mediterranea ha annunciato che darà il via a nuove operazioni in mare proprio con la Mare Jonio, la nave dell’ong che è stata dissequestrata qualche settimana fa dai magistrati.

 L’equipaggio è dunque determinato a riprendere il braccio di ferro con le autorità italiane. E infatti proprio sul sito di Mediterranea, l’ong spiega che sarà possibile il ritorno in mare grazie proprio al dissequestro dell’imbarcazione: “Dopo più di 2 mesi di sequestro, la nave Mare Jonio è libera, quasi pronta per salpare alla volta del Mediterraneo centrale. Una nuova missione di monitoraggio e denuncia di quanto avviene nella frontiera più letale del mondo, senza mai sottrarsi all’obbligo di salvare vite e portarle al sicuro. Salperemo nonostante le multe, i divieti e i decreti. Perché l’umanità non si ferma con le minacce o le ingiunzioni“.

Ma l’ong di Casarini chiede ancora fondi per il carburante. E così, sempre sul sito, per accelerare il ritorno in mare è stata lanciata una vera e propria campagna per la raccolta di denaro: “Ci sono però serbatoi da riempire, cambuse da rifornire, equipaggi da comporre – prosegue Mediterranea – e attrezzature indispensabili al salvataggio da acquistare. Per tornare in mare, per farlo subito, c’è bisogno del sostegno di tutte e tutti. Per farlo, per riempire Mare Jonio e metterla in sicurezza, servono 150mila euro. Ognuno può dare il suo contributo: donare è un atto di umanità“.

Intanto a largo dell’isola di Lampedusa e a poche miglia nautiche dalle nostre acque territoriali resta in fase di stallo la Open Arms. Questa mattina sono state evacuate due donne che necessitavano di assistenza medica specializzata e dei loro familiari. L’intervento, di cui si è fatta carico Malta, riguarda in tutto otto persone. “A bordo restano 151 persone che hanno bisogno di un porto sicuro“, ribadisce via Twitter l’Ong. L’equipaggio di fatto continua a chiedere un porto di sbarco sicuro: “Undicesimo giorno. La stanchezza è tanta, ma non è solo fisica. È la consapevolezza della follia di questa situazione. 160 persone in mare da 11 giorni. 160 persone fragili e bisognose di aiuto. 160 persone. Resistiamo“. Ma a quanto pare la situazione potrebbe restare in stand by ancora per qualche giorno.

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