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domenica 2 febbraio 2020

Treviso, marocchino minaccia il giudice in aula: “Sono musulmano. So dove abiti, vengo a casa tua e ti uccido”


«Ce l’hanno con me perché sono musulmano. Io non ho fatto niente, i carabinieri mentono». E all’invito del giudice a stare in silenzio, lui ha continuato, tanto da costringere il magistrato a cacciarlo dall’aula. Nonostante l’arresto per le pesanti accuse a cui è chiamato a rispondere (lesioni personali e resistenza e lesioni a pubblico ufficiale), Mohammed Naouri non ha dimostrato in aula di essersi calmato. Ha inveito contro il giudice Alberto Fraccalvieri il quale, dopo averlo ripreso, ha fatto intervenire le forze dell’ordine. L’arresto è stato convalidato, mentre il processo per direttissima è stato rinviato a metà febbraio.
LE ACCUSE
«Vediamo se altre persone rimaste ferite nella colluttazione presenteranno denuncia nei prossimi giorni» ha affermato il pm Giulio Caprarola, titolare del fascicolo a carico dell’operaio marocchino. Per ora solo i titolari della ditta Mantese Legnami di via Castelletto hanno sporto querela contro Naouri, che lavorava per loro da appena due giorni. Nel frattempo il 30enne dovrà rimanere agli arresti domiciliari: il giudice ha infatti respinto la richiesta della difesa di alleggerire la misura di custodia cautelare nel più lieve obbligo di firma. È stato definito pericoloso dal magistrato, e a suo favore non ha certo giocato l’atteggiamento provocatorio.
L’UDIENZA
Durante il processo per direttissima sono emersi altri particolari riguardo il pomeriggio di follia dell’operaio. Oltre agli altri dipendenti della ditta, tutti minacciati di morte dal 30enne che correva per il piazzale armato con ogni oggetto che trovava sulla sua strada, anche i carabinieri hanno ricevuto minacce da Naouri: «So dove abiti, vengo a casa tua e ti uccido» ha detto a uno dei militari intervenuti per calmarlo.
LA RELIGIONE
A rendere ancora più inquietanti le sue grida di vendetta per un’osservazione che gli era stata fatta da un collega è stato il suo credo religioso. Più volte, come ribadito anche ieri mattina in aula, il 30enne ha sottolineato di essere fedele ad Allah: «Sono musulmano e vi ammazzo tutti – ha gridato nnel piazzale della Mantese Legnami – Non ho paura di voi». E proprio la sua fede sarebbe il motivo per cui non veniva visto di buon occhio dai colleghi. Ma un episodio analogo era accaduto anche nell’azienda dove lavorava prima, a Pieve di Soligo.

4 commenti:

  1. Che el vae in figa de so mare , lu e chi che ancora no la ha mes a i piombi

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  2. Il giudice dovrebbe essere radiato dall' albo dei giudici

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  3. visto che è agli arresti domiciliari, polizia carabinieri dovrebbero mettersi d'accordo per controllare almeno 16 volte al giorno se sta rispettando gli arresti domiciliari e controlli minuziosi dell'appartamento.

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