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venerdì 27 settembre 2019

Torino, carne di maiale a un bambino musulmano. Genitori lo tolgono dalla mensa: “È gravissimo, inammissibile”


Un piatto di carne di lonza servito a un bambino musulmano di 7 anni, che lo ha assaggiato scambiandolo per una fetta di tacchino.

 La denuncia arriva da un papà egiziano che negli ultimi 3 anni ha sempre optato per il pranzo domestico e che ha iscritto i figli a mensa dopo il divieto già scattato alla primaria Manzoni dell’Ic Pacinotti. «Se ne è accorta la sorella maggiore, che però non lo ha detto alle maestre per paura di essere sgridata — spiega il papà —. È gravissimo, io in 48 anni non ho mai assaggiato carne di maiale, è una questione religiosa».

 Il Comune di Torino prevede in questi casi un menu alternativo, ma l’iscrizione provvisoria a mensa è avvenuta in fretta, il giorno prima di cominciare la scuola. «Eravamo appena tornati dall’Egitto e siamo andati di corsa in segreteria ad iscriverli perché non possiamo andarli a prendere all’ora di pranzo — racconta —. Sul modulo c’erano solo due opzioni: uscita da scuola o ristorazione scolastica, tutto qui». «Basta mensa, non mi fido più» Il genitore riferisce di aver specificato soltanto a voce che il bambino non avrebbe mangiato carne di maiale.

E in effetti lunedì, in alternativa alla carne di lonza, c’erano anche le lenticchie. «Mio figlio, pensando che si trattasse di tacchino, ha scelto comunque la carne — aggiunge il papà — . Non c’era la solita maestra, ma lui è piccolo ed è un errore inammissibile».

La famiglia non ha segnalato il caso né al Comune né alla ditta di ristorazione scolastica. Ha soltanto tolto subito i figli dalla mensa. «Dal giorno seguente ho ricominciato a dare il pranzo al sacco ai miei figli, anche se da noi è vietato — conclude —.

Hanno cercato di convincermi a restare, ma io non mi fido più». Si è unito così al gruppo di una ventina di genitori che non rispetta il divieto e continua a mandare i figli con il pranzo da casa. Ogni giorno ricevono la telefonata da scuola, con la richiesta di andarli a prendere.

Ma il «Comitato pasto domestico Manzoni» non demorde e sta preparando il ricorso al Tar, con il sostegno dei gruppi che si sono formati nelle altre scuola torinesi. L’Ic Pacinotti è per ora l’unico ad aver vietato il pasto domestico, dopo la sentenza della Cassazione che non lo ritiene più un diritto assoluto. Tutti gli altri si sono riservati di decidere entro il 31 ottobre.

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