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mercoledì 21 agosto 2019

Zingaretti APRIRE I PORTI E OBBEDIRE ALL EUROPA questo e gli altri punti per l accordo con i 5 stelle


Il segretario del Pd indica le priorità e ottiene dalla Direzione del partito pieno mandato a trattare approvando un ordine del giorno che ripercorre la relazione di Nicola Zingaretti dando così il mandato ad aprire una trattativa per verificare la possibilità di "un governo di svolta per la legislatura", in "discontinuità" col precedente. Il documento è stato approvato per acclamazione all'unanimità.

Sono i cinque punti indicati da Zingaretti nella relazione alla Direzione del Pd per trattare sulla nascita di un nuovo governo: "Appartenenza leale all'Unione europea; pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del parlamento; sviluppo basto sulla sostenibilità ambientale; cambio nella gestione di flussi migratori,con pieno protagonismo dell'Europa; svolta delle ricette economiche e sociale, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti".

"Sono molto contento e molto soddisfatto per il livello di unità e compattezza che abbiamo trovato nella direzione del partito - dice il segretario - che per la prima volta dopo moltissimi anni ha votato dandomi un mandato all'unanimità. Noi siamo pronti per riferire al presidente Mattarella la nostra piena disponibilità a verificare le condizioni per un governo di svolta utile al Paese in un momento difficile". "Nessun accordicchio sottobanco ma alla luce del sole la verifica per costruire un programma possibile, condiviso da un'ampia maggioranza parlamentare. Verificheremo queste condizioni che, se non si realizzeranno, porteranno il Paese a elezioni anticipate. Oggi si è fatto un importante passo in avanti, perché tutto il Pd unito si è ritrovato in questa posizione", ha aggiunto.

Il M5S svolgerà un'assemblea congiunta dei gruppi prima di salire al Quirinale per le consultazioni dopo le dimissioni di Giuseppe Conte. In seguito, per gestire la crisi, le riunioni si svolgeranno - viene spiegato - tra il leader Di Maio, i ministri, i capigruppo di Camera e Senato e i presidenti della commissioni parlamentari di entrambi i rami del Parlamento. Questo consentirebbe alla "macchina" di oltre 300 parlamentari pentastellati di muoversi più rapidamente. Poi, sussurrano fonti ben informate, si aprirebbero di fatto due strade: un governo politico con il Pd, oppure l'appoggio ad un esecutivo tecnico che metta a punto la Finanziaria e traghetti alle urne, orizzonte a quel punto lontano almeno sei-otto mesi. Nel primo caso ovviamente servirà un dialogo costruttivo con i dem zingarettiani, mentre si vuole evitare il confronto diretto con l'altro Matteo, Renzi.

Per adesso insomma antenne dritte verso il Colle, che da oggi sarà il polo concentrico della crisi italiana. Giuseppe Conte è ormai il passato, anche se Di Maio gli dedica parole al miele: "Grazie amico mio, hai salvato l'Italia da due procedure di infrazione. Sei una perla rara, un servitore della Nazione che l'Italia non può perdere". Senza dimenticare la standing ovation quasi commossa dopo la replica in Senato. Chissà che il supermediatore del governo gialloverde non rispunti a breve per un nuovo esecutivo, seppure con colori diversi.

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